Francesca Centofanti
Io avevo 26 anni e lui 23, e ne sono passati 27 da quel primo bacio. Io avevo alle spalle un po' di casini, lui no. Qualcuno esultava, qualcuno tremava.
Arrivavo da mesi di scrutatio, che erano iniziate in quel gennaio del 1996 con la missione a San Lorenzo in Damaso. "Scrutatio, missione...ma de che stai a parla'?" qualcuno forse si sta chiedendo. Dunque...per chi non è cristiano, vi rassicuro che quanto sto per dirvi non è conseguenza di una botta in testa e men che meno assunzione di stupefacenti, ma in quei mesi Dio davvero mi parlò. E tanto. Eh sì, perché Dio parla eccome, e mica solo a me. Parla a tutti. Poi magari può starsene anche zitto per un bottissimo di tempo, ma solo dopo che, almeno per una volta, l'abbiamo sentito - a volte basta anche mezza. E poi ci aggrappiamo a quella mezza volta e ci crediamo e combattiamo contro i dubbi (normali e anche necessari sti dubbi) perché tanto possiamo fare memoria di quelle profonde e meravigliose chiacchierate che abbiamo intavolavato con Lui, appunto, le suddette scrutatio (scrutare significa, in parole povere povere, prendersi un po' di tempo per leggere il libro che racconta di lui - che è scritto anche in collaborazione con lui eh - e ascoltare cosa vuole dirmi). La missione, invece, è stata una cosa fatta con la mia parrocchia (e se volete, ne parlo un po' qui). Insomma sono arrivata a ridosso di quel 15 aprile devastata, impaurita, ma sostenuta e preparata da tante parole. La mia paura più grande si è affacciata a gennaio, quando avevo capito che avrei dovuto chiudere la relazione con quel ragazzo che, da lì a pochi mesi, avrei sposato. Ero terrorizzata. Anzi, era la parola "LASCIARE" che mi terrorizzava. E indovinate quel gran furbo del nostro Amico del piano di sopra, con quale parola mi ha tartassato (volevo dire, consolato) incessantemente in quei mesi? "Non c'è nessuno che abbia LASCIATO casa o fratelli o sorelle.... che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle ..." Ho conservato il diario di quel lontano 1996 per non dimenticare. Per non rischiare, dopo anni, di pensare che fosse tutto frutto della mia fantasia. Volevo che restasse un memoriale scritto nero su bianco. Il centuplo. Mi stava promettendo il centuplo dopo aver LASCIATO. Poi arrivarono altre paure, in particolare quella di fidarmi di questo nuovo dono. "Andrà bene? Sarà lui quello giusto? Starò perdendo altro tempo?" e mi accompagnò e ancora, mi consolò con il vangelo sulla provvidenza. "Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede?" E questo mi sarebbe, già, bastato. Ma arrivò una nuova paura: non sentirmi all'altezza di questo centuplo, perché di casini ne avevo fatti troppi. Ma puntuale, come un orologio svizzero, anzi no, puntuale come le dolci parole dell'amico che si alza con te all'una di notte ad asciugarti le lacrime, arrivò Isaia: «Non ricordate piú le cose passate, non considerate piú le cose antiche: Ecco, io sto per fare una cosa nuova; essa sta per germogliare; non la riconoscete?». E poi finalmente mi fidai, e mi resi conto che Corrado era davvero il mio centuplo e le parole del profeta Aggeo "considerate bene da oggi in poi, se il grano verrà a mancare nei granai, se la vite, il fico, il melograno, l'olivo non daranno più i loro frutti, da oggi in poi io vi benedirò!" mi risuonarono come quelle di un padre premuroso: "Francesca, figlia mia, vedi? Ho mantenuto la promessa, ti ho dato il centuplo, e da oggi in poi, qualsiasi cosa accadrà io lo benedirò". E così ha fatto, fino ad oggi, per 27 anni. Capisco che si possa restare scettici davanti a tutto questo. Si può pensare che è tutta suggestione, che è pura immaginazione. Capisco che qualcuno puó pensare di chi dice di avere un dialogo con Dio che non ha tutte le rotelle a posto. Lo capisco. Ma io, pensate un po', ci ho buttato tutta la mia vita dentro questa roba qui da matti senza rotelle. E sono proprio i miei dialoghi con Lui che mi accompagnano, che mi consigliano, che mi confermano o mi mettono in discussione. Ed è ascoltando lui che ho la forza di chiedere perdono e di ricominciare ogni giorno da zero e come se fosse l'ultimo che vivo. Ed è con Lui e sulla sua fedeltà che "fortissimamente volli" costruire il matrimonio con mio marito, Corrado, il mio centuplo.
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